“Rendez-vous“ di Hanane Makhloufi

Una recensione di Monica Buffagni

Tagliente come un coltello dalla lama sottile, il verseggiare di Hanane Makhloufi nel suo “Rendez-vous”, uscito nel settembre 2021 per Europa edizioni e brevemente introdotto da alcune note dell’autrice stessa, così come da una stringata prefazione di P. De Michelis.

Siamo di fronte a liriche per lo più molto brevi, che compongono una leggera raccolta poetica, dove i temi dominanti ruotano attorno ad alcuni nodi centrali dell’esistenza, quali la solitudine, l’incontro con l’altro, la nostalgia, l’assenza che convive a fatica con la presenza stessa, la complessità, a tratti solo apparente, della vita stessa. La sensibilità e il dolore che essa porta inevitabilmente con sé -un dolore a tratti profondo, a tratti dolce, talvolta penetrante, finanche struggente- è il tema dominante e acutamente presente in queste liriche, che si accompagnano alla riflessione introspettiva, accettando il carico dell’esistere e dell’immergersi con consapevolezza nelle acque del sentire stesso. Lo ricorda Pessoa in apertura di volume, ammettendo che “sentire duole e pensare distrugge”, un invito a fronteggiare i nodi profondi a cui l’esperienza del vivere ci mette davanti.

In equilibrio ondeggiante e circolare tra ricordi, nostalgia e fluire di piogge del divenire, che racchiudono passato e presente, Makhloufi ci conduce con passo leggero tra le spume appannate di quanto è stato, le contraddizioni ombrose e la tensione verso l’avvenire di là da concretizzarsi, in un mattino di novembre confuso tra foglie e ricordi (“Rare foglie”), nel ricordare struggente che è quasi vivere, forse sopravvivere (“Quasi”), tra diluvi di silenzi e ombre di luoghi mai conosciuti (“Diluvi”). Persiste qui la tenace ricerca di un senso del vivere, del confrontarsi con il proprio sentire, venendo a patti con le ombre, senza fuggire dalla sofferenza. E’ tormentoso e periglioso, il cammino dell’esistere, ci sottolinea l’autrice, pieno di svolte e tortuosi cammini, “Cammino /ancora e ancora/ma non mi ritrovo.” afferma, infatti in “Fiori proibiti”, si interroga se alla pace “ne avrò mai diritto?” (“Quiete”), utilizzando frequenti punti interrogativi e colmando la sua poesia di domande, quasi una cifra stilistica personale, a rimarcare l’inquietudine del dubbio.

L’autrice intuisce anche la difficoltà dello stare insieme, del costruire un rapporto con l’altro, del conciliare le differenti identità, la asperità del comunicare, nella spesso vana lotta contro la solitudine, un rincorrersi complesso, un “sentirci soli /insieme” (“Sospesi”), appunto. L’alternarsi del sentire, la ricerca di un equilibrio, lo sfumare interiore ,l’approdo in luminosi porti si manifesta in “Fascinazione estiva”, dove i contrasti si stemperano nella quiete agognata,

“E’ pace qui
è pace in questo giorno
di fine luglio e io sono
forse
serena e questo è quanto basta
per stare bene.”

I versi semplici ed essenziali, trasparenti nel passaggio del senso, cullano la lingua, riportandola alle origini. La breve raccolta si chiude con un accenno al Marocco natio dell’autrice, quasi un saluto a chi legge e ancor più a se stessa, alla propria identità definita da due culture, in una quieta conciliazione dei diversi aspetti della sua esperienza umana.

© Monica Buffagni. Tutti i diritti riservati.

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Rendez-vous di Hanane Makhloufi . Europa Edizioni 2021. Genere: Poesia. Pp: 46 . Euro. 9.90.

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