Recensione N.4: Ancora nella tana o l’eterno ricominciamento

Recensione di “La tana della iena” Di Itab Hassan

A cura di Karim Metref

Nel 199l, l’uscita del libro: LA TANA DELLA IENA – Storia di un ragazzo palestinese, dell’allora giovanissimo Mustafa Khaled Abu Omar alias Itab Hassan, fu un piccolo evento.

latanaienaIl racconto di vita del giovane Mustafa era stato scritto a 21 anni in carcere dove si trovava dal 1985, arrestato dopo un attento alla bomba a mano contro una agenzia della British Airways a roma. Il militante Itab Hassan aveva soli 15 anni quando fece, da solo, il viaggio dalla Palestina a Roma per colpire, secondo gli ordini a lui assegnati, gli interessi economici della Gran Bretagna in Italia.

Il progetto educativo e letterario, delle Edizioni Sensibili alle Foglie, che sfocin nella pubblicazione del libro fece scalpore. Il libro andn a ruba allora e continua ad essere uno dei valori sicuri della casa editrice.

Ancora oggi il libro rimane unico nel suo genere in Italia. Il racconto, in prima persona, di un giovane guerriero per una causa cose presente nell’immaginario collettivo di tutto il mondo e nello stesso tempo cose profondamente sconosciuta da tutti, ci dr una visione da dentro l’inferno, in primissimo piano, come poche altre fonti. Leggendo Itab Hassan si capisce quale motivazioni possono spingere un giovane ragazzo a farsi esplodere. Diventa chiaro. Di fronte agli orrori descritti, niente diventa impossibile.

Ci passa tutto: la guerra di liberazione, i massacri in Giordania, la guerra civile libanese, Sabra e shatila (dove l’autore perde buona parte della sua famiglia), i campi di addestramento, la vita, i pensieri e i giochi, nello stesso tempi infantili e macabri, dei bambini soldati… Nei soli quindici anni di vita di Mustafa Khaled era concentrata tutta la disgrazia del suo popolo.

Paradossalmente, c soltanto a Casal Del Marmo, nel carcere minorile di Roma, che Mustafa scopre il calore di qualcosa che assomiglia ad una casa. Pern, anche le, qualcosa lo segna: il suicidio di un amico italiano. Il guerriero abituato fin da bambino a guardare la morte in faccia si stupisce che alcuni ragazzi italiani, le cui vite sono, o sembrano a lui, colme di ogni bene, siano depressi, drogati e che qualcuno arriva fino a mettere fine alla propria vita.

“Quando mi dissero “preparati, Hassan, devi andare al carcere di Rebibbia”, avevo diciotto anni e sei mesi. (…) Il mio umore volse al brutto. Scoppiai a piangere (…) qualcosa sanguinava nel mio cuore.” Perdeva di nuovo la fanciullezza, poco dopo averla scoperta.

 

La tana della iena c ormai diventato un classico della “Letteratura migrante”, ma l’ultima edizione (del 2003) ha saputo rifarsi una nuova giovinezza.

In fatti, dal febbraio 2000, Mustafa Khaled ha finito di scontare la sua pena e doveva essere scarcerato. Soltanto che lo stato italiano da allora non sa che cosa farne. La sua situazione invece di migliorare a volte precipita pericolosamente. C arrestato varie volte e varie volte rinchiuso nel CPT. A Ponte Galleria diventa quasi una specie di personaggio chiave, conosciuto dai carcerati e dai carcerieri, entra ed esce in continuazione. All’indomani dell’11 settembre 2001, viene arrestato in Sardegna con l’accusa di far parte ‘nientemenoche’ di Al Qaeda. Segue un tentativo di espellerlo verso un paese arabo: uno qualunque, che per un palestinese senza documenti né identitr conosciuta, senza famiglia e senza organizzazione di appoggio (la sua nel frattempo c scomparsa) vuol dire altro carcere, torture e in alcuni casi anche la morte. Insomma, certe volte arriva a rimpiangere il carcere.

Queste nuove disgrazie di un giovane al quale la vita non ha risparmiato niente, ci hanno regalato a noi lettori nuove affascinanti pagine di lettura ma tengono ancora il bambino Mustafa legato alla tana della iena come da un incantesimo, che lo riporta dentro ancora e ancora in un eterno ricominciamento.

 

Itab Hassan. La tana della iena. Storia di un ragazzo palestinese. (nuova edizione). Sensibili alle foglie. 2003.